In qualità di fondatore del Favara Farm Cultural Park vorresti raccontarcene la storia? Come nasce e cosa vedi nel futuro di questa straordinaria realtà?
Farm nasce come dispositivo di compensazione. Abbiamo deciso di non vivere a Parigi ma restare a Favara. Occorreva inventare un dispositivo che ci consentisse di vivere bene in Sicilia e di trovare il nostro ruolo all’interno della società.
Farm è un centro culturale indipendente con una importante funzione di abilitazione ed empowerment civica. È un “Polmone Urbano” intorno al quale la società civile può crescere ed evolvere. Una sorta di grande attivatore di consapevolezza e generatore di intelligenza collettiva, una piattaforma non solo fisica in cui le persone possono approfondire temi rilevanti e progettare il futuro delle proprie comunità.
Il premio In/Arch, in una potente definizione data da Vincenzo Cabianca, mette in risalto l’eccellenza ma altresì denuncia la generalità della situazione del territorio, delle città e dell’edilizia (non una passerella dunque ma una indagine sullo stato dell’architettura). Quali motivazioni (personali e generali) trovi in un percorso teso a sottolineare la necessità della qualità dell’architettura e della progettualità?
Amo l’Architettura. Adoro nello stesso identico modo, la Città Proibita di Beijing del 1406 e il Rolex Learning Center di Losanna del 2010; Palazzo Pitti a Firenze e Mountain Dwellings di BIG a Copenhagen.
Sono onorato di partecipare da giurato a questo importante e prestigioso premio che promuove e motiva gli Architetti a migliorarsi non solo nelle scelte estetiche ma anche nell’attenzione alle ricadute sociali dei loro progetti.
Arte contemporanea – Architettura – Rigenerazione urbana e paesaggistica – Partecipazione. Come si coniugano tali keywords nei progetti intrapresi o in corso di attivazione a Favara?
Aggiungerei altre tre parole importanti: Bellezza, Educazione e Responsabilità. Queste parole sono le colonne portanti di Farm. Come dice il mio amico Lorenzo Reina, che ha regalato alla Sicilia e all’Umanità il Teatro di Andromeda, una delle opere di architettura più belle che abbia mai visto: “La Bellezza dei Luoghi e anche la Bellezza dei comportamenti e quindi la Bellezza della Vita”.
Quali prospettive immagini per il Festival dell’Architettura 2020 promosso dal MIBAC?
Il Covid-19 ha bloccato anche noi con uno dei progetti più belli mai partoriti a casa Farm. Quindici giorni per celebrare il ruolo dell’Architettura, come catalizzatore sociale attraverso la partecipazione di architetti, urbanisti, paesaggisti, artisti, antropologi, botanici, artisti e curatori provenienti da tutto il mondo. Dobbiamo avere un pizzico di pazienza, sperando che a breve possiamo invitarvi a Favara di nuovo per mostrarvi tutto quello che abbiamo progettato per voi.
C’è un’idea di questa qualità dell’architettura che ti è particolarmente cara e che coltivi nelle tue esperienze, nei tuoi riferimenti culturali?
Adoro gli Architetti Giapponesi: Sou Fujimoto per primo, Kazuyo Sejima, Ryue Nishizawa, Kengo Kuma, Atelier Bow-Wow e mille altri. Amo la loro capacità di creare luoghi meravigliosi con una semplicità disarmante.
Il premio In/Arch si rivolge a tutti gli attori associati alla produzione di una buona opera di architettura o ad un efficace processo di rigenerazione urbana (progettista / impresa / committente, cui si può spesso aggiungere una intelligente amministrazione del territorio e della città); come rendere più efficace e motivata la domanda di nuova architettura?
Insegnandola ai bambini come facciamo con Sou, la Scuola di Architettura per bambini di Farm. Dobbiamo restituire ai nostri bambini la magia della creatività, insegnare loro quanto sia importante progettare per se stessi ma anche per chi ci sta vicini e soprattutto abilitarli a rendere possibili cose impossibili. In fondo cos’è Farm se non un progetto che tutti reputavano impossibile?
Profilo di Andrea Bartoli
Notaio dal 2000.
Consulente in progettazione strategica, fattibilità e gestione delle organizzazioni culturali e sociali, pubbliche e private. Insieme a Florinda, compagna di vita e complice di tutte le sue iniziative, nel mese di giugno del 2010 ha dato alla luce a Favara, a Farm Cultural Park, Centro Culturale indipendente, vincitore di innumerevoli premi tra cui il prestigioso premio della omonima Fondazione Americana Curry Stone Design Prize, come una delle 100 esperienze internazionali che hanno prodotto maggiore impatto sociale nel mondo negli ultimi dieci anni; invitato nel 2012 e nel 2016 alla Biennale di Architettura di Venezia e pubblicato nei più importanti media nazionali ed internazionali come The Guardian, Vogue e Domus.
Nel 2018 è stato ospite del Dipartimento di Stato americano, a Washington, Pittsburgh e Detroit per partecipare ad un progetto di scambio denominato International Visitor Leadership Program (IVLP), che ha avuto come tema di approfondimento lo sviluppo economico tramite la rigenerazione urbana dei territori.
Nel 2019 è stato invitato dalla Commissione Europea ad essere Inspirational Speaker alla prima conferenza del Dublin Global Platform e dell’UNESCO a Meishan in Cina.
Nel 2019 ha ideato, progettato e diretto Countless Cities, la Biennale delle Città del Mondo.
Nel 2020 è stato ospite di U.N. ad Abu Dhabi per WUF10.
Da dieci anni è promotore, curatore o membro di giuria di Contest Internazionali d’Arte, Design e Architettura Contemporanea; è stato relatore delle più importanti manifestazioni culturali italiane e internazionali tra cui il Tedx Lake Como.
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