L’ipotesi di riforma dell’ordinamento professionale, promossa dal Gruppo di lavoro costituito dal CNAPPC, rappresenta un’opportunità per riflettere sulla funzione dell’architetto nella società contemporanea. In questa prospettiva l’Istituto Nazionale di Architettura ribadisce con forza le proprie posizioni:
1. Il carattere sempre più unitario del processo progettuale impone il superamento della distinzione specialistica tra pianificatori, paesaggisti e conservatori. Infatti la complessità dei processi – che coinvolge tutte le fasi di un’opera di architettura (programmazione, ideazione, realizzazione, manutenzione, rimozione) – richiede necessariamente una figura di architetto dotata di capacità di sintesi e di coordinamento grazie a un’ottica sistemica e a un approccio olistico.
2. La riduzione della distanza tra università e professioni assume un ruolo decisivo per la formazione di figure mirate all’integrazione disciplinare nella progettazione e gestione di programmi complessi.
3. L’ipotesi di riforma proposta appare anacronistica soprattutto nella tendenza alla codificazione dei vari ambiti della vita professionale anziché, come sarebbe opportuno, alla semplificazione, allo snellimento, alla de-legiferazione in materia.
Per queste ragioni l’IN/ARCH auspica che il processo di elaborazione di una riforma dell’ordinamento professionale conduca a una trasformazione radicale del sistema ordinistico, superando le attuali ambiguità di funzioni. Riconoscendo nella progettazione un’attività che incide su un diritto costituzionale, l’IN/ARCH ritiene opportuno rafforzare il ruolo degli Ordini professionali in qualità di garanti degli interessi della collettività.
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